Andrea Franceschini

Da ingegnere del terzo settore (informazione) iscritto dal 2011, l'Ordine per me ha fatto esattamente ZERO -- a parte prendersi i miei soldi -- tanto che ogni volta che, tra i miei colleghi, esce che sono iscritto, la risposta è sempre: ma perché? In effetti, perché dovrei rimanere iscritto ad un ordine professionale quando non ho obblighi legali o responsabilità, tipo la firma? O quando l'iscrizione non mi garantisce un aumento del potere contrattuale in sede di negoziazione di contratti (dipendenti o autonomi)? Perché, inoltre, restare iscritto ad un ordine la cui priorità di formazione sembra essere esclusivamente focalizzata sul primo settore? In dieci anni, ho visto (e partecipato a) esattamente due corsi di formazione (da una manciata di crediti) vagamente inerenti al mio settore, e comunque pesantemente orientati al mercato del mattone (l'argomento era la domotica). Dieci anni dopo, ancora ricevo la newsletter del mio ordine provinciale che pubblicizza esclusivamente attività per il primo settore (sicurezza nei cantieri, sicurezza incendi, normative per l'edilizia) e zero assoluto per il secondo e terzo settore. Nemmeno guardando nella piattaforma nazionale si trova un granché. Senza contare poi la quasi inesistenza di corsi frequentabili da remoto, perché a volte qualcosa c'è, ma è all'altro capo del Paese -- sempre per 2 o 3 crediti. Il massimo che potrei fare sono i corsi di inglese, ma considerando che ho vissuto e lavorato in Inghilterra per diversi anni, e considerando la competenza e fluenza nella lingua che trovo in Italia, probabilmente potrei insegnare a quegli stessi corsi. Insomma, voi pensateci, al prossimo congresso. Io intanto sto preparando le carte per disiscrivermi, e ci rivedremo tra dieci anni, forse.